“Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il Paese”.
Con queste parole, John Fitzgerald Kennedy ci invitava non solo a immaginare un mondo migliore ma a prendere direttamente parte al cambiamento.
È il pensiero del Fondo Internazionale Orvieto Fotografia, che con il suo dipartimento di fotografia sociale ha lanciato la campagna solidale “STOP, la fotografia italiana resta a casa”.
“STOP, la fotografia italiana resta a casa” è una campagna virtuale che permetterà agli appassionati di fotografia di restare vicini alle loro passioni, anche se distanti. La fotografia italiana per la prima volta resta a casa, allora, ma non si ferma. Più di 60 fotografi, infatti, stanno aderendo in maniera solidale donando tre immagini ciascuno, mettendosi a disposizione della campagna FIOF che dal 9 aprile sarà online su una nuova piattaforma web. Attraverso lo spazio online, ci sarà l’opportunità di acquistare stampe fotografiche di molti nomi noti della fotografia italiana, come il maestro Francesco Cito, il primo ad accettare questa grande sfida. STOP vedrà la partecipazione del compianto Maestro Mario Dondero e di molti suoi amici da, Ivo Saglietti a Uliano Lucas, Joe Oppedisano e Giovanni Mereghetti.
Davvero tanti i professionisti che hanno aderito all’iniziativa, fotografi professionisti riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale, ma anche giovani talenti contemporanei.
Gli autori sono:
Graziano Perotti, Vittore Buzzi, Shoba, Raoul Iacometti, Shobha, Antonio Gibotta, Alberto Alicata, Riccardo Bononi, Alex Coghe, Andrea Rossato, Antonio Manta, Alex Liverani, Davide Cerati, Domenico Tattoli, Danilo Balducci, Corrado Murlo, Eolo Perfido, Enrico Prada, Francesco Mosca, Hermes Mereghetti, Ruggiero Di Benedetto, Giuseppe Cardoni, Joe Oppedisano, Danilo Garcia Di Meo, Filippo Serra, Gianfranco Ferraro, Roberto Colacioppo, Simone Arrigoni, Chiara Zonca, Diego Pizi, Fausto Podavini, Juza, Jessica Morelli, Mario Spada, Vito Fusco, Vittore Buzzi, Damiano Lamonaca, Maddalena Barletta, Mimmo Ricatti, Elisabetta Gatti Biggì, Pasquale Gorgoglione, Roberta Cotigni, Livio Moiana, Paoli Testa, Pietro Paolini, Sabino Balestrucci, Mirco Villa, Paolo Verzone, Mario Vitolo, Claudia Canale, Sabrina De Grandis, Alessio Forlano, Maria Lanotte.
“Abbiamo bisogno di credere che ce la faremo – spiega il presidente Ruggiero Dibenedetto – ma soprattutto di essere certi che questo invisibile nemico sia sconfitto completamente, grazie alla ricerca”.
La fotografia come strumento per porre in luce problematiche ed emergenze socio-sanitarie. “Partendo a ritroso – racconta il presidente – abbiamo pensato dove era meglio orientarsi con gli aiuti, optando sempre però nell’essere fiduciosi e guardando al futuro. Convinti che nella ricerca dovremmo investire molto, abbiamo accolto con piacere #IoStoConLaRicerca: fast crowdfunding per la lotta al coronavirus dell’Università degli Studi di Pavia”.
Si tratta di un team di professori universitari con la dottoressa Giovanna Riccardi, prof. Ordinario – Direttore del Laboratorio di Microbiologia Molecolare – Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, a capo del progetto.
Con lei ci sono:
RAFFAELE BRUNO Professore Associato – Unità di Malattie Infettive e Tropicali ed Epatologia – Dipartimento di Scienze Clinico Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche.
FAUSTO BALDANTI Professore Ordinario – Unità di Microbiologia e Microbiologia Clinica – Dipartimento di Scienze Clinico Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche.
GIAN LUIGI MARSEGLIA Professore Ordinario – Direttore del Dipartimento di Scienze Clinico Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche.
“Quelli che noi chiamiamo angeli – spiega Di Benedetto – oltre ad essere occupati per dare risposte nel breve termine alle analisi dei tamponi, hanno necessità di essere aiutati a studiare in dettaglio la patogenesi del virus e le diverse risposte immunologiche nei vari pazienti nonché le dinamiche della rapida diffusione al fine di prendere adeguate misure terapeutiche e di controllo.
Tutti i fondi raccolti quindi saranno utilizzati per il reclutamento di ulteriori risorse umane dedicate alla ricerca e per l’acquisto del materiale necessario per lo svolgimento degli esperimenti.
È bene specificare, anche se sottinteso, che nessuno degli autori partecipanti a “STOP, la fotografia italiana resta a casa”, tantomeno FIOF, percepirà denaro; al contempo il Fondo Internazionale per la Fotografia si impegnerà a fornire tutte le informazioni necessarie, per la trasparenza della campagna sociale.
Uniti con un unico obiettivo: aiutare la ricerca!”